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T.O.C.
Epigram
Riarma la tua famiglia.
Famiglia & Arte. Morire senza perire.
Fuga dal presente. Il manipolo di famiglie.
War of Families. I veri nemici.
Il Compasso.
La sofferenza come Valuta
Author
Alessandro Wm Mavilio
Genus
Riarmiamo la Famiglia.
Colophon
Alessandro Wm Mavilio
Genus
Riarmiamo la Famiglia.
#2022-GENUS
Un libro Manuzio.org è una sorta di moderno menabò online che non ha ancora un titolo o un contenuto determinato.
L’autore si riserva ancora il diritto di aggiungere, modificare, eliminare intere parti del testo prima di giungere a una conclusione dei lavori generalmente soddisfacente.
Tuttavia, il contenuto di questa pubblicazione è reso preventivamente disponibile al pubblico in quella che può ricordare la forma di un blog.
Potrà capitare al lettore di imbattersi in errori di vario tipo, principalmente dovuti al fatto che la prima stesura dei capitoli può avvenire in condizioni non sempre ideali alla scrittura, ma ogni sforzo sarà fatto per costantemente rivedere ciascun capitolo e portarlo alla forma più perfetta.
Questo libro può essere letto a schermo sul Web, stampato su carta oppure salvato in PDF.
Prima edizione digitale: 2022
© 2004 - 2024 - 2025
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Table Of Contents
Epigram
Riarma la tua famiglia.
Famiglia & Arte. Morire senza perire.
Fuga dal presente. Il manipolo di famiglie.
War of Families. I veri nemici.
Il Compasso.
La sofferenza come Valuta
Author
Epigram
Se non se ne è creata una, se ne è parte di un’altra.
È la famiglia.
Alessandro Wm Mavilio
- Genus -
Riarma la tua famiglia.
Pensiamoci bene: il mattone fondamentale della società di qualunque era e di qualunque luogo è la famiglia. La famiglia è quel concetto che fonde in accordo la morsa biologica con la morsa sociale. È un vero capolavoro concettuale che tuttavia si rende percepibile nel mondo fisico, a tutti i livelli.
La cattiva notizia è che la famiglia (qualunque cosa essa sia per te), da molti secoli ormai, è vittima di un disegno assassino. È stata svuotata dall’interno, le sue pareti formidabili sono state raschiate, affinché possano offrire sempre meno rigenerazione, sempre meno memoria, e sempre meno fattività nel presente e nel futuro.
Non cadere nella tentazione di sentirti al sicuro, di sentirti estraneo a questo problema. Qualunque sia il livello di salute generale della tua famiglia, scoprirai con me stanze di potere di cui non hai mai sentito e che per forza di cosa non hai mai visitato.
In questo canale riscopriremo insieme le luci naturali della famiglia, e le ombre innaturali che nei secoli le sono state proiettate addosso. Scopriremo insieme che il nostro miracoloso essere al mondo non è meno prezioso dell’essere allo stesso mondo di una grande e potente famiglia industriale, reale, imperiale che sia.
Se in cuor tuo senti sofferenza per come il mondo sembra voler evolvere, se economicamente non ti senti all’altezza di guardare con fiducia al futuro, se senti mancare il terreno sotto i piedi, se senti un languore inestinguibile, se avverti la sensazione di essere stato derubato di qualcosa (ma non sai cosa) segui questo canale perché cominceremo insieme un percorso di recupero della nostra identità.
Sono tempi veramente bui, nei quali si subisce una democrazia tirannica senza più confini geografici e politici e nei quali si parla addirittura di de-popolamento. Molti di noi vorrebbero contrastare le assurde anomalie che ci vengono proposte e poi imposte. Molti di noi sognano o si imbarcano in rivoluzioni che vorrebbero cementare tra loro migliaia di singoli, contro l’ipotetico e irraggiungibile potere tirannico. Ma una tale risposta non sarà mai realistica e funzionale se non si è stati prima in grado di raccogliere, unificare e cementare la propria famiglia.
Di fatto, negli ultimi due secoli, la famiglia è stata semplicemente e gradualmente disarmata. Proprio perché è il modulo più potente e reale per interpretare il nostro stare al mondo e per dargli un senso che non si estingua con la nostra morte o con il pensiero della nostra morte.
Se hai dei figli (e hai dunque ceduto di buon grado alla morsa biologica che attanaglia felicemente il Pianeta) hai in qualche modo acquisito posizioni e diritti sul Pianeta. Se Gaia ti ha permesso di figliare, sta’ tranquillo, non esiste governo o narrativa terroristica che possa toglierti i diritti di essere al mondo oggi e di lasciare al mondo i tuoi discendenti. Ma prima di guardare al presente e al futuro, guardiamo un attimo insieme all’abisso del passato.
Che tu abbia o meno figli, sei senza dubbio il figlio di qualcuno. Ciò vale per i figli naturali, per i figli adottati, i trovatelli, i soli al mondo. Chiudi gli occhi e visualizza la tua discendenza del passato. Avrai avuto un padre e una madre. Avrai avuto quattro nonni, otto bisnonni, sedici trisnonni e cosi via.
Tu oggi sei al mondo grazie all’amore e al sesso di una catena incalcolabile di anime e corpi, che a mano a mano che andiamo indietro nel tempo, hanno patito sofferenze per noi inimmaginabili, freddo, povertà, buio, trincee e i dolori del parto.
Se non metti subito a fuoco cosa sia davvero una famiglia (aldilà delle immagini calorose e romantiche che alcune narrazioni spingono) sarai solo l’ultimo e unico traditore di un Genus millenario.
Dio non voglia che alla nostra morte incontreremo davvero i nostri avi perché fossi in loro non ci andrei leggero con l’unico coglione che pur avendo avuto tutto si è fatto derubare di tutto.
Tale discorso ovviamente non è applicabile per chi non ha potuto avere figli, per coloro che li hanno tragicamente persi, ma vale per tutti coloro che credono che il pianeta sia sovrappopolato, che hanno abboccato alla trappola dell’auto-indulgenza, che non hanno mai sentito su sé stessi l’alito della loro discendenza e che si ostinano a vivere in questo eterno presente (che non ha NULLA di mistico) ma è solo un golfo artificiale creato da altre famiglie oscure che invece non hanno mai perso la loro identità, la bussola, la mappa, il loro piano egemonico per i secoli a venire.
Se questo tema risuona in te, e ti interessa approfondirlo da altre visuali, iscriviti al canale, lascia una nota in un commento e pubblicherò altri video.
Non hai scelta, “Difendi il tuo passato e fendi il tuo futuro”.
Scudo e Spada. Roba vecchia, lo so, ma non a caso.
Riarma la tua famiglia.
Alessandro Wm Mavilio
- Genus -
Famiglia & Arte. Morire senza perire.
La verità può piacere o meno ma è pre-eminente. Prima di parlare della famiglia, facciamo un attimo di autoanalisi individuale. Cosa sono io?
Prima di essere uomo o donna, professore o impiegato, social media manager o Chief Executive Officer, io sono un consumatore nato di ossigeno e un altrettanto naturale produttore di scorie.
Tale sono nato e tale morirò.
Questo è il mio ruolo pratico sul pianeta.
Ho un contratto a tempo determinato sulla Terra e un’indole chiaramente acquisitiva nell'economia.
La nostra specie è tutta così... E inutile girarci intorno o vivere in una bolla fantasiosa.
Tutto ciò che non aderisce a questa cruda realtà è un "dis-corso", cioè un "corso deviato".
La vita moderna (a crederla veramente reale) non è per nulla naturale, come non lo sarebbe un ghepardo rosa che vive in un tronco cavo imitando una tartaruga.
Certo, fantasia e immaginazione sono strumenti potenti a disposizione di tutta la nostra specie, ma non sarà che li usiamo in maniera sbagliata, autolesionista?
Dopo che l’artigiano diventò artista, poi divenne artato.
Questo è il discorso, il corso deviato che porta alla falsificazione di sé stessi.
L’arte muore quando l’artigiano le deruba l’anima per farsi artista. Ecco forse i celebri 15 minuti di fama di Andy Wharol.
La Famiglia è una cosa simile all’Arte.
Immensa e infinita, nel nostro passato da sempre, muore oggi a causa di artigiani che le hanno sottratto la luce.
Un vero umano al servizio dell’arte, è prolifico. Non crea una sola opera. Ne inonda il mondo. E non si reputa artigiano né artista.
Ecco il potere condiviso da Arte e Famiglia.
“Morire senza perire.”
Ed ecco perché molte grandi famiglie del passato erano mecenati. Non erano artiste esse stesse ma cavalcavano sapientemente l’immortalità dell’arte.
Alessandro Wm Mavilio
- Genus -
Fuga dal presente. Il manipolo di famiglie.
Ovunque tu viva abbiamo lo stesso grande problema: 3S. Lo Stato è fottuto e ci fotte. La scuola è fottuta e ci fotte. Anche il sé è fottuto, spesso se ne fotte e ci fotte.
Ma la buona notizia tra tutte queste F è che c’è un nucleo di immenso potere completamente nostro. È il vero fattore F, la famiglia.
Purtroppo perfino le famiglie medie più curate e coscienti non navigano in acque veramente pure e soprattutto non hanno una rotta precisamente decisa. Se fossero navi, sarebbero semplicemente all’ancora in acque apparentemente sicure ma stagnanti.
Ad averne davvero coscienza, la famiglia offre ancora oggi un territorio sul quale esercitare autorità. Nulla ancora ci vieta in famiglia di parlare in un lingua diversa da quella parlata per strada. Nessuno ancora ci vieta di istruire i nostri figli in maniera volutamente contrastante con quanto di assurdo viene insegnato tra i banchi. Gli è che forse siamo un po’ viziati da presunte modernità ed evoluzione e aspireremmo a una Società un minimo più sana, che non necessiti di manutenzione da parte nostra. Ma purtroppo non è così.
Siamo al chiaro punto in cui non possiamo più permettere alla società di riversarsi nelle nostre case.
Volendolo, ed è imperativo volerlo, la famiglia può diventare quella bolla di sano ossigeno anarchico, in grado di perpetuarsi per secoli, finché la minaccia esterna non sarà estinta.
Ora, se avverti palpabilmente una minaccia esterna, sai cosa devi fare. Armare la tua famiglia. Armarla vuol dire prepararla, appuntarla, darle un ruolo e autorità, credere in essa per amore se vuoi ma anche perché non abbiamo altra scelta. Da solo sei già morto e con gli estranei anche. Restituire alla propria famiglia identità, dignità e responsabilità. Essere severo con i figli e pretendere da essi la stessa severità.
Se la famiglia fosse davvero una nave in mare aperto, il capitano non vorrebbe marinai mollaccioni e i marinai non vorrebbero un capitano coglione.
Ora il problema dei nostri vascelli familiari è che sono fermi in mare aperto, senza mappe, rotte e obbiettivi. Quando sei fermo in mare aperto la profondità delle acque diventa minacciosa. Quando la nave procede speditamente verso la sua destinazione, il mare anche se agitato è percepito come una tavola più o meno piatta, perché l’attenzione è proiettata dietro l’orizzonte.
Ora pensiamo a questo mare come se fosse la dimensione del tempo. Non sapere che la propria famiglia proviene dall’aldilà di un orizzonte alle nostre spalle significa non immaginare che essa sia naturalmente destinata a perpetuarsi oltre quell’orizzonte davanti a noi. Tenerla ferma significa esporla ai rischi degli abissi del momento presente.
Cos’è che può improvvisamente inghiottire una famiglia nelle profondità degli abissi dell’oggi? La stasi, il cedere il timone e il governo della nave ai pirati, un ammutinamento, il canto di sirene, un guasto di qualunque natura che non sia stato preventivato. In termini più realistici, essere dimentichi, farsi distrarre da discorsi inopportuni.
Sono certo di non sbagliare affermando che la maggior parte della popolazione mondiale è ferma in un presente eterno e profondissimo. Inutilmente profondo, inutilmente presente. Pericolosissimo.
La quasi eternità, che è il miracolo concesso alla specie attraverso le operazioni delle famiglie, si può solo creare scivolando sul presente, non fermandosi a goderne.
Il presente è pieno di trappole. Quindi a remi, a vela, a motore che sia, avanti tutta.
Lasciami dire: una famiglia vera è temporalmente superiore a un governo, a cento anni, a una nazione secolare, a una famiglia imperiale millenaria, e tali le nostre famiglie devono tornare a essere. Devono essere coloro che nei secoli hanno assistito a centinaia di eventi anche catastrofici e ne sono sopravvissute.
Cosa fare allora?
Se non hai una famiglia e sei solo al mondo, guardati alle spalle e inchinati ai milioni di persone che con amore e sesso ti hanno donato anima e corpo che possiedi oggi.
Inchinati e chiedi loro scusa per non essere forse degno di tale dono. Lascia perdere Dio e Provvidenza, qui stiamo parlando di gente comune che non aveva nulla ma trovava tutto nella famiglia. Datti da fare, trova un partner prima che sia troppo tardi e metti al mondo più figli che puoi. Poi dopo arriveranno Dio e Provvidenza.
Se hai una famiglia, anche scassata, renditi conto di quanto potere voi abbiate. Educati ed educali all’amore familiare, all’unione ad ogni costo, alla compattezza. Ricordati che il giorno che metti al mondo un bambino puoi anche morire. Sarà triste, sarà una disdetta, ma avrai dato alla tua famiglia una cinquantina d’anni di presenza extra sul pianeta.
Non ti piace come vanno le cose sul Pianeta? Bene, sappi che il pianeta non è in mano a governi, chiese e industrie, bensì a ben vedere in mano a un manipolo di famiglie, che da sempre fa solo ciò che ti sto dicendo e con chirurgica precisione di calcolo.
Loro in poche generazioni hanno costruito intere flotte con capitani e marinai in grado di navigare per secoli. Loro sono virtualmente ancora nel 1600 e già nel 2500. E certo è che avevano e hanno una rotta ben precisa.
E no, loro non permettono ai loro figli tutto ciò che noi permettiamo ai nostri. Loro il presente non sanno neanche cosa sia.
Alessandro Wm Mavilio
- Genus -
War of Families. I veri nemici.
Appurato il fatto che la nostra Famiglia (nel passato, nel presente sfuggente e nel futuro) è l’unica entità nella quale abbiamo tutti una naturale autorità (sebbene sotto evidente attacco anche questa), viene naturale da comprendere che qualunque siano stati fino a oggi i nemici della nostra famiglia, se mai li abbiamo visti o percepiti, si trattava di falsi nemici, falsi obbiettivi.
I nemici diretti e naturali delle nostre famiglie, non sono i politici, non sono i governi, non sono i media, non sono le multinazionali. Questi sono tutti uffici collegati e contigui, certo potenti, ma secondari e asserviti al vero nemico ormai per noi invisibile.
Coloro che hanno ridotto le nostre famiglie in povertà finanziaria, culturale, economica, identitaria e demografica sono semplicemente altre famiglie.
La guerra tra famiglie, la guerra alle famiglie, nasce infatti molto lontano nel tempo, molti secoli fa.
Già molte centinaia di anni fa – confuse tra artisti e inventori - vi erano menti eccelse e geniali, in grado di immaginare concetti e meccanismi economici-ecologici quali la cartamoneta, le banche, le assicurazioni: tutti sistemi di assalto sociologico, parzialmente virtuali, in grado di trascendere la dimensione del tempo e la durata media della vita umana, accoppiandosi con la dirompente tecnologia dell’epoca, a loro disponibile: il calcolo, la promettente informatica, la stampa, la nascente industrializzazione, il modellismo sociale, ecc.
Coloro che hanno visualizzato e realizzato tali invenzioni hanno evidentemente capito che il primo ostacolo da abbattere per assicurarsi la totale supremazia era proprio il concetto di famiglia.
Perché? Perché i sistemi concettuali e tecnologici in grado di globalizzare il mondo e asservire la popolazione, possono solo essere sistemi sovrumani e sovratemporali. La famiglia, a ben vedere, è un tale sistema, sovrumano e sovratemporale, perché accoppia e genera entità biologiche singolari e deperibili e le trasforma in entità collettive virtualmente permanenti nel tempo, proprio come lo sono le chiese, gli stati, i governi e le aziende. Cambiano i membri ma essi si passano tra loro la staffetta; la loro agenda resta segreta e coerente con i loro piani per il futuro remoto.
È facile pensare male e convincersi che il potere di resistere nei secoli sia stato scientemente e gradualmente sottratto alle famiglie (come la nostra) per farlo diventare prerogativa dei nostri amati schiavisti.
È facile anche fare la prova del 9. La tua famiglia ha un piano di massima per i prossimi 500 anni? Ha un’agenda? È numerosa? La tua famiglia almeno esiste o resiste? O si tiene insieme giorno per giorno come farebbe un gruppo di studenti che vive per caso nello stesso appartamento in affitto?
È stato molto facile annichilire famiglie di bassa lega e distratte come le nostre. Ma non ci si lasci prendere da una deriva persecuzionista, questa gente non ce l’aveva proprio e solo con noi, con i poveri e ignoranti. La guerra alle famiglie è stata infatti totale, generale e senza quartiere, e ancora dura oggi, e oggi sono sotto attacco perfino le famiglie imperiali, reali, mafiose o le famiglie di tipo religioso. A noi può sembrare banale “cronaca anacronistica” ma di fatto si stratta di eventi che cambiano per sempre il corso della storia e gli assetti di potere. Storia e Potere a noi invisibili.
Il bottino di questa guerra alle famiglie non è la supremazia finanziaria. Quella, allo stato attuale, è stata già raggiunta da un pezzo. Il vero bottino è la supremazia sul concetto di famiglia. Il vero bottino è il concetto di famiglia in sé.
È come se, seguendo le dinamiche storiche che hanno portato alla nostra società globale, la tendenza sia quella di consentire l’esistenza al mondo di al massimo una decina di famiglie, magari addirittura forse solo di una.
Dunque, a mio avviso, non ci attende nel futuro un unico governo globale. Magari forse ci sarà anche, ma sarà predominio di una famiglia o di una famiglia di famiglie - concetto concentrico e caleidoscopico da lasciar decantare bene nella nostra mente.
Cioè, un mondo temibile nel quale vere famiglie hanno il controllo su miliardi di altre sottocellule familiari che però hanno perso la consapevolezza e il potere naturale della famiglia: le nostre, quelle famiglie che non esercitano più i poteri che la Natura conferisce di diritto a esse.
L’impoverimento delle famiglie è dunque innanzitutto concettuale e di identità e da questo, a cascata, si ottiene il diffuso impoverimento di ogni altro tipo che attanaglia tutto oggi.
Alessandro Wm Mavilio
- Genus -
Il Compasso.
Appurato che la famiglia può lecitamente essere una accozzaglia di individui a patto che essi siano accomunati da un piano unitivo e coerente nel tempo sovrumano, ecco che possiamo renderci conto di quanto siano relativi i discorsi più romantici sul cognome e perfino sulla linea genealogica. Relativi, non indifferenti.
La famiglia è da sempre un’istituzione aperta alle adozioni, agli appuntamenti fuori linea, agli aggiusti, alle aggiunte e alle potature, purché sia chiaro tra tutti i suoi membri il rispetto per il “comune intento” nel tempo.
Ed ecco che possiamo capire come una famiglia X possa, voglia e si debba coniugare con una famiglia Y, del tutto diversa.
Il matrimonio stesso, tra due adulti individuali, è un tipo di adozione reciproca, o un tipo di appuntamento a nuovi ruoli.
Altresì, diventa in questo modo chiaro anche il concetto di Clan, sia esso normale o malavitoso.
Le famiglie mafiose hanno infatti un chiaro piano di arricchimento, costi quel che costi, a esse stesse e agli altri. Si differenziano da altre famiglie, ugualmente potenti ma meno criminali, solo per una certa brevità nei modi.
La nostra famiglia, dunque, per essere tale deve aver sempre fame di futuro e nel futuro deve mantenersi affamata ed estendere la propria fama.
Qualunque gruppo di individui sia consapevole di un proprio preciso piano nel futuro remoto può diventare famiglia.
Ora, è triste che proprio le famiglie naturali siano le meno propense a mettere a frutto le proprietà naturali della famiglia, e che invece ad avvantaggiarsi di tali proprietà siano da tempo le famiglie che possiamo definire innaturali: partiti politici, governi, chiese, mafie e aziende, una vera accozzaglia di individui ai quali, ahinoi, dobbiamo tributare quantomeno una superiorità analitica, strategica e intellettuale.
Cosa manca a noi per tentare di eguagliare questi nostri concorrenti? Già detto e ridetto: il coraggio di ammettere che anche la nostra piccola famiglia, disastrata e ancorata negli abissi del presente, ha già di fatto il suo posto naturale in più segmenti del futuro. Un futuro direttamente collegato all’essere in vita dei membri attualmente… in vita, e direttamente collegata a ulteriori segmenti di futuro, relativi alla durata della vita della nostra prole, se ne abbiamo, e della prole della nostra prole, se ne avremo – ma che dobbiamo necessariamente avere.
Insomma, è da un futuro più che probabile, perché immaginato e desiderato, che la nostra famiglia di oggi deve essere attratta.
Per immaginare questo futuro, e sottrarsi all’immobilismo del presente, offro qui il piccolo esercizio mentale che io chiamo del “compasso”.
Qual è la data di nascita o di morte più lontana nel passato che ricordiamo di un nostro avo? Nel caso standard che vi propongo (nel 2022) e che riguarda me questo anno è il 1880, data di nascita di un mio bisnonno. Praticamente l’altro ieri.
Bene, la mia memoria familiare non arriva oltre, ma puntando un compasso ideale nel 2022 e disegnando un arco che parta dal 1880 e vada nel futuro si ottiene l’anno 2164.
Wow!
Chissà come sarà il mondo nel 2164! Beh, lo si pensava anche nell’800 del nostro duemila. Quel che sarà sarà. E noi lo siamo oggi.
La mia proposta è quindi che ogni famiglia abbia quantomeno idea di un possibile futuro che sia esteso almeno quanto lo è la sua memoria nel passato.
Visualizzare questo anno del futuro lo rende automaticamente possibile e naturalmente concepibile.
Il 2164 (o qualunque altro anno sia il risultato del vostro compasso familiare), se lo vogliamo, sarà arredabile da subito.
Lo sforzo davvero necessario è quello di pianificare e prepararci a un anno nel quale noi non saremo presenti. Lo sarà la prole della nostra prole.
L’esercizio del compasso richiede certamente uno sforzo compassionevole.
Ora un altro esercizio mentale.
Immaginiamo l’immenso castello di una famiglia nobiliare con un lungo corridoio, le cui pareti sono adornate di ritratti di tutti gli avi di famiglia. A ben vedere arriviamo fino al 1540…
La conservazione della memoria familiare, della discendenza, del Genus, fa sì che il compasso familiare di tali famiglie sia ampissimo. Puntando questo compasso nel 2022 si arriva a 482 anni indietro nel tempo… Bene, disegnando un possibile arco nel futuro, si arriva al 2504. Una data davvero oltre ogni immaginazione.
Se, come presumo sia nella maggior parte dei casi, tali famiglie hanno accumulato una tale dose di consapevolezza, potere e ricchezze, che per loro sarà un gioco da ragazzi veleggiare fino al 2504.
Soprattutto se possono contare sulla mollezza di miliardi di individui che non sanno cosa sia una famiglia, che non sanno di averne una, quando invece la famiglia è proprio solo la capacità / consapevolezza della navigabilità del tempo di un nome, per opera di piani, decisioni e azioni mai inquinati dal presente.
Alessandro Wm Mavilio
- Genus -
La sofferenza come Valuta
Non credo di esagerare dicendo che probabilmente l’unica vera valuta transazionale valida sul pianeta Terra sia la sofferenza.
La vita biologica stessa si baratta attraverso un acquisto e una spesa in sofferenza. Ciò vale per la madre che partorisce quanto per il bambino che viene al mondo e vale per tutti gli altri quando arriva il momento di abbandonare le spoglie mortali.
Poi esiste una sofferenza che ci presenta più volte il conto durante la vita e può farlo chiedendoci sofferenza fisica, mentale, sociale, finanziaria, ambientale, ecc.
Certo, la vita può anche offrire periodi di godimento o di assenza totale di entrambe le cose, ma per qualche motivo sono portato a pensare che la sofferenza, in generale, sia la frequenza partecipativa di base all’avventura terrestre.
Se la sofferenza fosse denaro, è naturale che vi possano essere periodi in cui se ne ha tanto e periodi in cui se ne ha molto meno.
La sofferenza è l’argomento principale o costante di molti miti e pratiche religiose, insomma ci accompagna tutti da sempre e per sempre, e tutti vi siamo in un certo senso abituati. È un po’ come la forza di gravità: non ci fai troppo caso finché non arriva il giorno in cui non riesci ad alzarti dal letto, presumibilmente per debolezza fisica o malattia.
Ora il problema sorge quando si ipotizza che la sofferenza possa essere una sorta di “valuta economica”, magari l’unica vera valuta economica in auge sul pianeta, sin dal principio: la valuta naturale e universale che trascende ogni epoca, cultura e ogni altro sistema economico aggiuntivo.
Se inquadriamo la sofferenza in quanto “valuta” ciò significa che da qualche parte c’è qualcuno (o qualcosa) che sulla quantità e qualità delle nostre transazioni sofferenti ne ricava qualcosa.
Dubito che il guadagno di questo Gran Signore sia in percentuali astronomiche di sofferenza, temo più che altro che, essendo tutti i sistemi monetari virtuali per natura, il valore in sofferenza (umana, animale, vegetale,che sia) venga tramutato in altro e che quanto più noi si soffra, tanto più qualcuno o qualcosa si arricchisce.
Morale: finche siamo sulla Terra riabilitiamo il vile danaro e impegniamoci a soffrire il meno possibile.
Alessandro Wm Mavilio
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