
ho avuto questa lettera in mente per alcuni anni; negli ultimi mesi e settimane addirittura straripava dalle mie dita: le muovevo nervosamente come se le avessi già su questa tastiera. Ti avrei voluto scrivere sempre nei momenti meno indicati: in fila per imbarcarmi su un aereo o mentre inciampavo su una scala mobile. Incredibilmente ti scrivevo con una mente duplice, mentre in giapponese spiegavo a un tassista di Kyoto dove condurmi, mentre cercavo di comunicare a mia figlia ...